Vivere il progresso tecnologico in maniera ecosostenibile rappresenta la direzione green da perseguire.
La digitalizzazione dei servizi avviata con l’avvento di Internet ha indubbiamente reso i processi più veloci, efficienti e sicuri, oltre a ridurre l’inquinamento indotto dall’uso e consumo di risorse ad alto impatto ambientale (basti pensare alla versione online di un cartaceo).
Ma fino a che punto può ritenersi green l’universo digitale?
Internet ha continuamente bisogno di elettricità per archiviare, condividere e rendere disponibili i nostri contenuti ma soprattutto per poter alimentare, raffreddare e monitorare i data center che li ospitano. L’enorme quantità di energia consumata non sempre proviene da fonti rinnovabili, ed ecco che una ricerca su internet, un video in streaming o semplicemente mandare una mail diventano attività inquinanti.
Se Internet fosse un Paese, sarebbe il sesto consumatore di energia a livello mondiale e si stima che nel 2020 sarà responsabile del 45% delle emissioni dell’intero settore dell’Information and Communication Technology. Inoltre, il quantitativo di emissioni associato al traffico online sarà inevitabilmente in continuo aumento dato il numero di utenti sempre crescente.
Ecco di seguito alcuni dati tratti da Università di Harvard, Imperial College, CISCO, Greenpeace.
Una ricerca su internet consuma 0.2 grCO2e (ogni giorno vengono effettuate 3 miliardi di ricerche)
Ogni mail da 1 MB equivale a 19 grCO2e, ancora di più se contiene allegati (ogni giorno vengono inviate 269 miliardi di e-mail)
Vedere 250 video al mese produce circa 108 Kg CO2e all’anno (un’ora di streaming a settimana da smartphone consuma più di due frigoriferi)
Ogni singolo gigabyte di traffico dati consuma 200 litri d’acqua, necessari per mantenere accesi i server e per raffreddarli
*CO2e = C02 equivalente: misura dell’impatto sul riscaldamento globale di un elemento inquinante, espressa in quantitativo di Anidride Carbonica.
Al progresso tecnologico nell’era dell’IoT, Industrie 4.0 e Cloud segue una rincorsa alla realizzazione di un Internet sempre più green.
Purtroppo, non basta acquistare crediti di compensazione delle emissioni, ma occorre investire attivamente nelle energie rinnovabili.
Ogni due anni Greenpeace redige un report di valutazione sulla sostenibilità delle performance energetiche delle principali aziende ICT: Facebook, Google, Apple, Netflix, Amazon (ed altre).
Il Report Clicking clean: who is winning the race to build a green internet? (2017, siamo in attesa di quello del 2019), si basa sui seguenti criteri:
trasparenza sull’energia: l’azienda comunica informazioni sul proprio impatto ambientale?
senso di responsabilità per l’energia rinnovabile: la compagnia riesce a dimostrare il suo reale impegno?
efficienza energetica e mitigazione dei gas serra: l’azienda riesce a moderare la produzione di gas serra?
approvvigionamento di energia rinnovabile: i data center rispettano l’ambiente e utilizzano energia rinnovabile?
supporto: l’azienda quanto promuove e sostiene lo sviluppo di energia rinnovabile anche nel dibattito pubblico, politico e legislativo?
Un uso ecosostenibile della tecnologia è possibile, sia per i provider di beni e servizi sia per noi consumatori, a partire dalla consapevolezza della nostra impronta ecologica e dei consumi legati all’utilizzo della tecnologia.
Abbracciare la scelta di un lifestyle ecofriendly passa necessariamente anche attraverso un uso ponderato della tecnologia e di internet. Contestualmente alla sensibilizzazione sulle tematiche ambientali legate al cibo, all’acqua, all’uso dell’energia e ai trasporti, si affianca e si integra quella di un universo digitale da alimentale e da utilizzare in una direzione sempre più green.
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